CANONE RAI 2011

Rimango pervicacemente tra tutti coloro che ritengono di assolvere un elementare dovere pagando annualmente  il canone RAI, a dispetto di tutto il male che si possa pensare dei programmi RAI.  Le tasse, se del caso,  vanno modificate o abolite dal Parlamento: nessun cittadino può arrogarsi, individualmente o in gruppo, il diritto ad abolirsele per conto proprio; e tanto meno invocando sfacciatamente, a propria giustificazione,  categorie nobili come la disobbedienza civile o lo sciopero.

Ciò nonostante, altrettanto annualmente, mi trovo a dovermi incazzare per le modalità in cui vengo sollecitato – per posta e via Internet – dalla AGENZIA DELLE ENTRATE, DIREZIONE PROVINCIALE 1 DI TORINO – ad adempiere a questo mio dovere. Mi vengono infatti indicate le modalità più varie, tutti gli strumenti di versamento possibile, Bancomat, carte di credito, bollettini di versamento postale, centinaia di sportelli bancari, ricevitorie e non so cos’altro ancora: e di tutti mi viene diligentemente e trasparentemente indicato il costo, la commissione che verrà percepita non già dalla RAI, ma dall’intermediario. (Il lavoro svolto dall’Agenzia delle Entrate, immagino, sarà coperto con le altre tasse dei cittadini che le pagano).

Rigorosamente esclusa rimane sempre, però, la modalità più semplice: il bonifico bancario che, se effettuato via Internet con la più parte degli istituti di credito in home banking, non mi costerebbe un solo centesimo.

Ho deciso perciò di registrare qui  come lettera aperta la richiesta che ho tentato di inviare tramite il sito www.abbonamenti.rai.it a questo proposito: e che come al solito, quando ho cliccato sulla dizione invia, ha dato Leggi il resto dell’articolo

UN ELENCO PER “VIENI VIA CON ME”

E’ ampiamente meritato il successo degli “elenchi” presentati alla trasmissione Vieni via con me. E sono tanti quelli interessanti, divertenti, significativi che gli ascoltatori – raccogliendo l’invito degli autori a contribuire con elenchi che raccontino “un pezzo di vita italiana: consumi, costumi, persone, cose” e che in qualche modo “fotografino uno spaccato d’Italia” – hanno riversato in massa sul sito.

Ne ho ricavato però l’impressione che da questi spaccati d’Italia manchi qualcosa, che essi si riferiscano sempre e soltanto, come dire, al campo degli altri. Tanta ironia, tanta satira, tanta sacrosanta indignazione: ma sempre a carico di mali e responsabilità sociali. Mi sembra che il quadro sia manchevole, se non si guarda un po’ anche al proprio campo, se non si chiamano in causa anche responsabilità individuali.

E mi è venuto in mente di contribuire con un elenco particolare.

L’elenco di tutti quegli amici, compagni, o conoscenti che amano spesso rimproverarti, o dileggiarti, perché tu non sei (o non sei più, forse non lo sei mai stato) veramente di sinistra, come lo sono loro; e però poi magari scopri che loro sono fra quelli che:

  • non pagano i contributi alla colf (alla baby-sitter), sennò non se la potrebbero permettere
  • non pagano il canone perché oramai la RAI è di Berlusconi
  • sul posto di lavoro (pubblico) possono farti tutte le fotocopie che ti servono, basta chiederglielo
  • non fanno fattura, se non gli viene richiesta, tanto non caricano l’IVA, e quindi non rubano nulla a nessuno
  • hanno detto al figlio che gira in autobus o metro senza biglietto né

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