VINCONO I “GRILLINI”… O STRAVINCONO I GRULLONI?

Sul risultato delle elezioni regionali non ci sono argomenti che possano indorare la pillola. L’aveva scritto Marco Bracconi su Repubblica del 27 marzo: per il centrosinistra chiudere in vantaggio 7-6, magari cedendo Lazio e Piemonte, somiglia …  più ad un deludente pareggio che ad una striminzita vittoria. E così è stato.

Della cessione del Piemonte all’esponente – e che esponente! – della Lega un doveroso riconoscimento va attribuito al successo dei “grillini”, dai quali non a caso cominciano a levarsi da varie parti d’Italia grida di vittoria per il raggiungimento di percentuali in qualche caso addirittura a 2 cifre. Ma quella del Piemonte rimane, oggettivamente, l’impresa più degna di nota. Un’impresa, del resto, rigorosamente in linea, per intelligenza politica, con quella di chi ritiene che il modo più efficace per contrastare l’egemonia assunta da un cabarettista nel governo nazionale sia quello di contrapporgli la leadership di un comico.

Tutto ciò senza voler nulla togliere – per carità – a quell’altra componente dei “grulloni” nazionali che sono gli astensionisti a sinistra, i “duri e i puri” che – sulla scia del successo a suo tempo decretato a favore di Alemanno – hanno collaborato attivamente ovunque, e in termini probabilmente determinanti nel Lazio, a far mancare quel segnale di saggezza e responsabilità che Eugenio Scalfari si augurava venisse dal corpo elettorale su Repubblica del 28 marzo, quando notava: Se gli indecisi che votarono centrodestra nelle precedenti elezioni si asterranno e se gli indecisi di centrosinistra andranno invece a votare, la vittoria sarà a sinistra; se avverrà il contrario l’esito premierà il signor B. Questa è la posta e queste le condizioni della partita.

Questi astensionisti “a sinistra” (un bel campionario dei loro argomenti può spulciarsi  nei commenti on line disponibili su Repubblica) mi ricordano tanto un amico di gioventù. Aveva fermamente deciso che non avrebbe mai acquistato un’auto prima di potersene permettere una nuova e che non fosse una misera scatoletta tipo la 600. Poi stava sempre a lamentarsi per tutto quello cui doveva rinunciare, non avendo l’auto; oppure dava il tormento agli amici per essere accompagnato a destra e a manca.

Ma si sa, si tratta di persone per cui valgono argomenti del tipo “tanto sono tutti eguali”, “la sinistra deve cambiare”, e via dicendo: e per affermare questa loro intransigenza nell’esigere il meglio disprezzano chi si accontenta del meno peggio (lo chiamano “il ricatto del meno-peggio”).

Di fatto, se ne infischiano bellamente dell’”interesse generale”: toh, proprio alla maniera – come anche loro non mancano di accusare – del Signor B. & Co.

Chissà se mai verranno sfiorati dal dubbio che il loro j’accuse del tanto sono tutti uguali andrebbe sostituito, in un soprassalto di autoconsapevolezza, da un allora siamo tutti uguali? Sapranno mai rendersi conto che i comportamenti speculari – come le immagini – potranno pure far apparire di sinistra ciò che è di destra, ma in realtà si assomigliano come le proverbiali gocce d’acqua?

E intanto… la barca, invece di andare, continua inesorabilmente ad affondare!

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